di Michele Inserra
L’economia dal basso è tra le massime manifestazioni di democrazia. L’individuo è il vero protagonista di un radicale mutamento nell’ambiente sociale e naturale circostante. E in tal modo l’approccio economico tradizionale si trasforma in approccio di relazione umana innescando circoli virtuosi di generazione di benessere comune multidimensionale.

Le nuove forme di economia collaborativa, supportate dalle piattaforme tecnologiche, si sposano con il territorio e contribuiscono a creare nuove opportunità di sviluppo economico.
Ed è così che le periferie, da territori ai margini dei grandi processi di una società, si impongono come veri e propri modelli di recupero del senso di collettività con la consapevolezza di far parte di una rete territoriale più ampia.
La rete è una manna dal cielo per il Sud. Fare rete significa vincere le partite. Uscire dal tunnel per abbracciare la luce. Scampia, per anni simbolo di violenza, degrado e sopraffazione camorristica, sta facendo rete contro la criminalità organizzata. Tante realtà associative sono scese in campo per avere la meglio sul cancro sociale del quartiere. Adesso non esiste solo e soltanto una Gomorra. C’è una nuova Scampia, quella del risveglio, quella pulita che si sporca le mani di concreta legalità, che non può essere ignorata. Va raccontata. E per descriverla, per sentirne il profumo di vita, per percepirne il desiderio di riscatto, va vissuta.

«Della camorra bisognerebbe cominciare a parlare liberandosi degli stereotipi della pubblicistica, soprattutto giornalistica e letteraria, che riducono il fenomeno ad una sola delle sue dimensioni, quella criminale, del «controllo» violento del territorio e dei mercati illegali. Si ignora così – praticamente del tutto – l’aspirazione costante al «governo» del territorio e della sua economia e, in particolare, al controllo dei flussi della spesa pubblica, realizzato attraverso il condizionamento e la corruzione delle pubbliche amministrazioni» scriveva il sociologo ed ex presidente della Provincia di Napoli, Amato Lamberti.
La camorra è una questione sociale. È il fallimento delle politiche prevalentemente repressive, quelle militari del «tutti in galera e buttiamo via la chiave», del «tanto che ci importa se si ammazzano tra di loro».
E oggi il risveglio delle coscienze è temuto non solo dalla camorra ma anche da quelle istituzioni che con il pensiero, il silenzio e la mancata azione l’hanno in qualche modo favorita. C’è una Scampia che vuole essere protagonista del proprio futuro, che ha deciso di non restare a guardare, che non vuole più tacere e soprattutto non vuole più essere ostaggio di una minoranza di delinquenti, che decide vita e morte, che controlla ogni respiro della comunità. Il trascorrere del tempo ci consegna sempre più una nuova Scampia. Dall’indignazione all’impegno, dalla rassegnazione alla speranza. Scampia è il simbolo della riscossa per tante zone a rischio del Meridione. E’ l’esempio tangibile che facendo rete si vincono anche le partite più complicate. Forza Scampia. Forza Sud. Nulla è più impossibile.